A BREVE SARAI REINDIRIZZATO
VERSO IL NOSTRO NUOVO SITO
mercoledì 23 giugno 2010
INTERVENTO DI FABIO COLOMBO NELLA DISCUSSIONE SULLA MOZIONE SUI TAGLI ALLA SCUOLA
La mozione di questa sera non deve produrre uno scontro fra diverse parti o fra diverse ideologie, in un ‘muro contro muro’ fra diversi partiti politici ma, a mio avviso, deve farci focalizzare sul problema e sulla coesione fra tutti i consiglieri, per poter facilitare la risoluzione del problema.
A chi ci ascolta, ma prima di tutto a noi consiglieri, deve premere la risoluzione del problema perche’ questa mancanza di insegnanti sta mettendo in seria difficoltà famiglie, lavoratori e la formazione dei nostri bambini. Dobbiamo concentrarci sul disagio di molti nostri concittadini; tutto il resto è opinabile e superfluo.
Ecco il testo della mozione:
Chi difende le scelte che stanno portando il caos nelle scuole primarie, adduce al rigore come causa di tale situazione e ci dice che meglio di cosi’ non si poteva fare.
A mio avviso il rigore puo’ e deve essere perseguito non mettendo in crisi i servizi fondamentali dei cittadini. Un buon padre di famiglia quando si trova in crisi, taglia le cose superflue o evitabili, non certo quelle necessarie. E per il governo, laddove fosse equiparato al padre di famiglia, l’essenziale sono la sanità, la scuola, i servizi ai piu’ deboli; il ‘superfluo’ sono i maxi rimborsi e stipendi da parlamentare, le auto blu, etc.
Nella scuola siamo di fronte a tagli (veri e propri colpi di mannaia) che non sembrano fatti per fare il bene della scuola stessa ma solo per raggranellare dei risparmi, indipendentemente dalle ricadute, pesanti, sulla cittadinanza.
Si taglia sulla pelle delle famiglie e dei cittadini italiani; si dice, da Roma, che non si aumenteranno le tasse ma si creano disagi, anche economici, alle famiglie che non vedranno soddisfatta la possibilità di avere il tempo pieno, ai tanti dipendenti statali che vedranno congelati gli scatti e gli aumenti di stipendio per gli anni a venire e a molti dipendenti della scuola che sono a rischio con il proprio posto di lavoro.
In sintesi, in nome di un rigore che si puo’ perseguire con altri metodi e toccando altre voci di spesa, si mettono in croce le famiglie.
Il ministro Gelmini aveva assicurato in più occasioni, che i tagli non avrebbero riguardato il tempo pieno, al quale sarebbero stati garantiti 2 insegnanti fissi per classe, con l’intenzione anzi di potenziarlo proprio grazie ai ‘risparmi’ di personale sin qui ottenuti sostituendo il modello del modulo con il ‘maestro unico’. Invece i tagli del MIUR e le scelte fatte dalla Direzione Scolastica Regionale, andranno a smantellare il modello pedagogico del tempo pieno, che in questi anni ha portato la scuola primaria italiana ai primi posti nelle rilevazioni internazionali, privando le scuole del personale necessario per realizzarlo e ignorando le richieste e le esigenze delle famiglie.
Come genitori, come cittadini, come consiglieri, non possiamo accettarlo e siamo fortemente preoccupati per il futuro della scuola pubblica, considerata un fiore all’occhiello, sempre piu’ messa in difficoltà da scelte politiche precise e determinate del governo Berlusconi.
Signor Sindaco, come richiesto nel dispositivo della mozione le chiediamo pragmatismo ed azioni concrete non per caricarla di un peso e di una responsabilità su competenze che non le sono proprie, ma per giungere alla risoluzione di questo problema, interessandosi e facendo pressioni presso il provveditorato e il ministero.
Il fatto poi che il testo della mozione sia stato appositamente modificato per consentire ai colleghi del PDL e della Lega di votarlo, significa che, a loro volta, si impegneranno a fare pressione presso i propri partiti e che, noi estensori della mozione, abbiamo privilegiato una unità di intenti per dare piu’ peso alle nostre richieste.
Sarà un risultato significativo, per Cernusco, presentarsi al ministero, a guida PDL e Lega, con una mozione di disaccordo con le scelte intraprese firmata anche dai rappresentanti locali di Lega e PDL.
Fabio Colombo
Capogruppo di Vivere Cernusco
A chi ci ascolta, ma prima di tutto a noi consiglieri, deve premere la risoluzione del problema perche’ questa mancanza di insegnanti sta mettendo in seria difficoltà famiglie, lavoratori e la formazione dei nostri bambini. Dobbiamo concentrarci sul disagio di molti nostri concittadini; tutto il resto è opinabile e superfluo.
Ecco il testo della mozione:
“ Nel prossimo anno scolastico 2010-2011 per poter attuare il Piano dell’offerta formativa delle nostre due Scuole Primarie, sono indispensabili:
* per il Primo Circolo Didattico 57 docenti + 10 ore per 26 classi a tempo pieno e 4 a tempo modulo Nell’organico di diritto dell’anno scolastico 2010-2011, invece, sono stati assegnati solo 55 insegnanti: mancano quindi quasi 3 insegnanti
* per il Secondo Circolo Didattico 56 docenti per 28 classi a tempo pieno. Nell’organico di diritto dell’anno scolastico 2010-2011, invece, sono stati assegnati solo 53 insegnanti + 10 ore: mancano quindi quasi 3 insegnanti.
Ciò comporterà la riduzione di orario complessivo delle classi prime e disagi anche alle classi già in corso e imporrà a molte famiglie una scelta didattica e organizzativa diversa rispetto a quella sottoscritta al momento dell’iscrizione.
Anche nelle classi che sulla carta avrebbero un tempo scuola di 40 ore, l’utilizzo delle compresenze di tutti gli insegnanti del plesso per permettere di completare l’orario e per sostituire i colleghi assenti, provocherà la rotazione di molti insegnanti sulla stessa classe (fino a 7 docenti) per coprire un orario frammentato e disorganico, l’abbandono delle attività a piccoli gruppi e di laboratorio, oltre che delle uscite didattiche; queste attività non possono essere considerate un lusso o uno spreco, ma rispondono a fondamentali esigenze didattiche e di apprendimento dei propri figli. (continua)”
Chi difende le scelte che stanno portando il caos nelle scuole primarie, adduce al rigore come causa di tale situazione e ci dice che meglio di cosi’ non si poteva fare.
A mio avviso il rigore puo’ e deve essere perseguito non mettendo in crisi i servizi fondamentali dei cittadini. Un buon padre di famiglia quando si trova in crisi, taglia le cose superflue o evitabili, non certo quelle necessarie. E per il governo, laddove fosse equiparato al padre di famiglia, l’essenziale sono la sanità, la scuola, i servizi ai piu’ deboli; il ‘superfluo’ sono i maxi rimborsi e stipendi da parlamentare, le auto blu, etc.
“..(segue) I tagli che colpiranno le nostre scuole riguarderanno oltre il 92% delle scuole di Milano e provincia. Infatti, a fronte dell’aumento di 1900 alunni, la scuola primaria milanese dovrà funzionare con oltre 700 docenti in meno e senza insegnanti specialisti di lingua inglese.
A 2.900 bambini viene negato il tempo pieno perché 150 classi vengono trasformate d’ufficio a tempo ridotto, senza il consenso delle famiglie. Tutto questo non era né previsto né inevitabile!
Potevano essere compiute scelte diverse sia a livello ministeriale che dalla Direzione Scolastica Regionale, che ha voluto concentrare gran parte dei tagli previsti per la Lombardia soltanto sulla realtà del tempo pieno di Milano e provincia.
Ricordiamo che il decreto ministeriale sulle assegnazioni degli organici di diritto prevedeva due insegnati fissi per classe.
La continua sottrazione di risorse finanziarie al sistema scolastico comporta per le famiglie un ingente danno economico e un inaccettabile abbassamento della qualità del servizio scolastico.(continua)”
Nella scuola siamo di fronte a tagli (veri e propri colpi di mannaia) che non sembrano fatti per fare il bene della scuola stessa ma solo per raggranellare dei risparmi, indipendentemente dalle ricadute, pesanti, sulla cittadinanza.
Si taglia sulla pelle delle famiglie e dei cittadini italiani; si dice, da Roma, che non si aumenteranno le tasse ma si creano disagi, anche economici, alle famiglie che non vedranno soddisfatta la possibilità di avere il tempo pieno, ai tanti dipendenti statali che vedranno congelati gli scatti e gli aumenti di stipendio per gli anni a venire e a molti dipendenti della scuola che sono a rischio con il proprio posto di lavoro.
In sintesi, in nome di un rigore che si puo’ perseguire con altri metodi e toccando altre voci di spesa, si mettono in croce le famiglie.
Il ministro Gelmini aveva assicurato in più occasioni, che i tagli non avrebbero riguardato il tempo pieno, al quale sarebbero stati garantiti 2 insegnanti fissi per classe, con l’intenzione anzi di potenziarlo proprio grazie ai ‘risparmi’ di personale sin qui ottenuti sostituendo il modello del modulo con il ‘maestro unico’. Invece i tagli del MIUR e le scelte fatte dalla Direzione Scolastica Regionale, andranno a smantellare il modello pedagogico del tempo pieno, che in questi anni ha portato la scuola primaria italiana ai primi posti nelle rilevazioni internazionali, privando le scuole del personale necessario per realizzarlo e ignorando le richieste e le esigenze delle famiglie.
Come genitori, come cittadini, come consiglieri, non possiamo accettarlo e siamo fortemente preoccupati per il futuro della scuola pubblica, considerata un fiore all’occhiello, sempre piu’ messa in difficoltà da scelte politiche precise e determinate del governo Berlusconi.
Signor Sindaco, come richiesto nel dispositivo della mozione le chiediamo pragmatismo ed azioni concrete non per caricarla di un peso e di una responsabilità su competenze che non le sono proprie, ma per giungere alla risoluzione di questo problema, interessandosi e facendo pressioni presso il provveditorato e il ministero.
“..(segue)Il Consiglio Comunale di Cernusco sul Naviglioesprimeil proprio netto dissenso per la riduzione del numero di docenti prevista per il prossimo anno scolastico nelle Scuole Primarie del territorio e profonda preoccupazione per le ricadute che essa avrà sull’organizzazione didattica;chiedeal Signor Sindaco di attivarsi – anche coinvolgendo tutte le forze politiche – affinché:
vengano restituiti i docenti necessari a soddisfare le richieste delle famiglie
si garantisca il funzionamento di tutte le classi fornendo un servizio di qualità, così come è avvenuto negli ultimi decenni
si blocchino i tagli indiscriminati all’istruzione, alla formazione e alla cultura
si investa nell’istruzione di qualità come risorsa prioritaria per uscire dalla crisi economica e dalla perdita di competitività del nostro Paese
si investa nelle nuove generazioni e nel futuro dell’Italia.”
Il fatto poi che il testo della mozione sia stato appositamente modificato per consentire ai colleghi del PDL e della Lega di votarlo, significa che, a loro volta, si impegneranno a fare pressione presso i propri partiti e che, noi estensori della mozione, abbiamo privilegiato una unità di intenti per dare piu’ peso alle nostre richieste.
Sarà un risultato significativo, per Cernusco, presentarsi al ministero, a guida PDL e Lega, con una mozione di disaccordo con le scelte intraprese firmata anche dai rappresentanti locali di Lega e PDL.
Fabio Colombo
Capogruppo di Vivere Cernusco
martedì 15 giugno 2010
Interrogazione di Fabio Colombo sul Parco della Forma di Brugherio
CC del 15/06/2010 interrogazione su PLIS e parco della Forma di Brugherio
Egregio signor sindaco,
sono casualmente venuto in possesso del notiziario comunale di Brugherio, il n.5 del maggio 2010, dal titolo: “Arriva Decathlon: 40 mila metri di nuovo parco”.
A pag. 6 e 7 dello stesso numero vi è un’ ampia illustrazione del progetto di un Piano di Intervento dalle seguenti caratteristiche (cito testualmente la pubblicazione del comune a guida Lega-PDL:
“I numeri del Progetto
• area verde sicura e attrezzata per le attività sportive all’aperto che occupa 45.000 mq dove sarà possibile fare sport autonomamente, sia partecipare alle attività proposte;
• ulteriori 39.000 mq di area verde attrezzata che costituiranno l’ampliamento del Parco Increa, che sarà collegato all’attuale parco attraverso un ponte ciclopedonabile sulla tangenziale;
• una pista ciclopedonale che, collegandosi a quella già esistente su via dei Mille, costeggia tutto il “Parco della Forma” fino al Parco Increa;
• aree parcheggi per 43.000 mq (di cui una porzione interrata) sia per i clienti del negozio, sia per i visitatori del parco;
• spogliatoi con servizi e docce pubbliche, e una palestra per 2.250 mq
• area commerciale comprensiva di aree per la ristorazione, galleria con negozi specialistici, spazio eventi e locale ludico per bimbi per un totale di 10.950 mq;
• uffici direzionali e amministrativi di Decathlon Italia per 3.000 mq.”
In pratica siamo di fronte ad un centro commerciale a vocazione sportiva (con relativa riqualificazione di verde che già esiste) che sara’ realizzato in un’area attualmente verde, non costruita e che Brugherio conferì al PLIS Parco delle Cave
Premesso che
Il parco già esiste su quell’area, è infatti una porzione di PLIS, e che non serve questo progetto per ‘far arrivare’ un parco che già c’è;
il sottoscritto ed il mio gruppo non siamo pregiudizialmente contrari ad un intervento del genere, soprattutto perche’ finalizzato alla pratica sportiva, se collocato in un’area non ricompresa nel PLIS
l’eventuale realizzazione di questo progetto costituirebbe un pericoloso precedente per l’integrità del PLIS stesso che invece merita attenzione per essere sviluppato e ‘rilanciato’
Considerando che
il comune di Cernusco sul Naviglio è capofila del parco PLIS sono a chiederle:
Fabio Colombo
Capogruppo di Vivere Cernusco
Egregio signor sindaco,
sono casualmente venuto in possesso del notiziario comunale di Brugherio, il n.5 del maggio 2010, dal titolo: “Arriva Decathlon: 40 mila metri di nuovo parco”.
A pag. 6 e 7 dello stesso numero vi è un’ ampia illustrazione del progetto di un Piano di Intervento dalle seguenti caratteristiche (cito testualmente la pubblicazione del comune a guida Lega-PDL:
“I numeri del Progetto
• area verde sicura e attrezzata per le attività sportive all’aperto che occupa 45.000 mq dove sarà possibile fare sport autonomamente, sia partecipare alle attività proposte;
• ulteriori 39.000 mq di area verde attrezzata che costituiranno l’ampliamento del Parco Increa, che sarà collegato all’attuale parco attraverso un ponte ciclopedonabile sulla tangenziale;
• una pista ciclopedonale che, collegandosi a quella già esistente su via dei Mille, costeggia tutto il “Parco della Forma” fino al Parco Increa;
• aree parcheggi per 43.000 mq (di cui una porzione interrata) sia per i clienti del negozio, sia per i visitatori del parco;
• spogliatoi con servizi e docce pubbliche, e una palestra per 2.250 mq
• area commerciale comprensiva di aree per la ristorazione, galleria con negozi specialistici, spazio eventi e locale ludico per bimbi per un totale di 10.950 mq;
• uffici direzionali e amministrativi di Decathlon Italia per 3.000 mq.”
In pratica siamo di fronte ad un centro commerciale a vocazione sportiva (con relativa riqualificazione di verde che già esiste) che sara’ realizzato in un’area attualmente verde, non costruita e che Brugherio conferì al PLIS Parco delle Cave
Premesso che
Il parco già esiste su quell’area, è infatti una porzione di PLIS, e che non serve questo progetto per ‘far arrivare’ un parco che già c’è;
il sottoscritto ed il mio gruppo non siamo pregiudizialmente contrari ad un intervento del genere, soprattutto perche’ finalizzato alla pratica sportiva, se collocato in un’area non ricompresa nel PLIS
l’eventuale realizzazione di questo progetto costituirebbe un pericoloso precedente per l’integrità del PLIS stesso che invece merita attenzione per essere sviluppato e ‘rilanciato’
Considerando che
il comune di Cernusco sul Naviglio è capofila del parco PLIS sono a chiederle:
- se, in qualità di sindaco di Cernusco s/N, è stato informato da Brugherio in merito al progetto e che parere ha fornito, se interpellato
- se, in qualità di sindaco del comune capofila del PLIS, è stato informato dell’iniziativa e se si come ha risposto al sindaco di Brugherio
- cosa è previsto, nel caso di un PLIS e nel caso di un intervento di questa natura, dal punto di vista di pareri, vincoli, etc da parte degli organi coinvolti (es. provincia, comuni limitrofi e costituenti il PLIS)
- quale tipo di interventi intende adottare, in qualità di sindaco ‘capofila’ del PLIS per difendere il parco da questa lottizzazione
- quali sono le prossime attività che intende promuovere, visto che dopo le ultime elezioni amministrative anche Cologno M.se ha un sindaco in carica, al fine di dare corpo in maniera progettuale e concreta a questo parco
Fabio Colombo
Capogruppo di Vivere Cernusco
mercoledì 5 maggio 2010
Il Parco Est delle Cave deve essere ampliato, non ridotto
Quando, a maggio di un anno fa, dopo anni di intensi sforzi e trattative, si è arrivati alla firma, tra i sindaci di Cernusco sul Naviglio, Vimodrone, Brugherio, Carugate e Cologno Monzese, per la creazione del Parco Est delle Cave, abbiamo festeggiato.
VIVERE Cernusco ha sempre creduto che salvaguardare una fascia verde, che limitasse l'estendersi della metropoli milanese, fosse uno dei passaggi fondamentali per garantire un domani di sostenibilità agli abitanti attuali e futuri.
Il Parco comprende già ora quasi un milione di metri quadri di territorio cernuschese, che diverranno oltre 3 milioni con il prossimo Piano di Governo del Territorio, per costituire una cintura verde, di campi e boschi attorno alla nostra città.
Fin dalla sua istituzione, però, il Parco non ha mai avuto un comitato di gestione, poiché il comune di Cologno Monzese è rimasto per mesi senza una Giunta. Questo ha bloccato anche la creazione di piani condivisi di recupero, valorizzazione e sviluppo delle potenzialità del Parco.
Ora il comune di Brugherio, a guida PDL-Lega, ha approvato in consiglio comunale un pesante intervento edilizio all'interno del perimetro del parco. I nostri vicini puntano a costruire un nuovo grande centro commerciale a lato di quelli già esistenti (Carosello, Castorama, IKEA) andando così a congestionare ulteriormente la zona a nord di Cernusco.
VIVERE Cernusco ritiene che la vocazione agricola del Parco debba essere rispettata poiché, citando il sito della Provincia di Milano, “può garantire, a fronte dell’intensificarsi di un alquanto disordinato sviluppo insediativo, una continuità del sistema ecologico nord-sud nell’est di Milano, dal Parco delle Cascine fino al Villoresi”.
Per riflettere sul tema del “Consumo del territorio” ricordiamo che Lista per Pioltello, Associazione 26 aprile, Legambiente, MeetUp Pioltello e VIVERE Cernusco hanno organizzato un incontro venerdì 7 maggio, alle ore 21, presso il Centro Civico in piazza don Milani a Limito.
Invitiamo tutti coloro che sono sensibili a questo problema a partecipare a quest’occasione di dibattito e confronto.
VIVERE Cernusco
VIVERE Cernusco ha sempre creduto che salvaguardare una fascia verde, che limitasse l'estendersi della metropoli milanese, fosse uno dei passaggi fondamentali per garantire un domani di sostenibilità agli abitanti attuali e futuri.
Il Parco comprende già ora quasi un milione di metri quadri di territorio cernuschese, che diverranno oltre 3 milioni con il prossimo Piano di Governo del Territorio, per costituire una cintura verde, di campi e boschi attorno alla nostra città.
Fin dalla sua istituzione, però, il Parco non ha mai avuto un comitato di gestione, poiché il comune di Cologno Monzese è rimasto per mesi senza una Giunta. Questo ha bloccato anche la creazione di piani condivisi di recupero, valorizzazione e sviluppo delle potenzialità del Parco.
Ora il comune di Brugherio, a guida PDL-Lega, ha approvato in consiglio comunale un pesante intervento edilizio all'interno del perimetro del parco. I nostri vicini puntano a costruire un nuovo grande centro commerciale a lato di quelli già esistenti (Carosello, Castorama, IKEA) andando così a congestionare ulteriormente la zona a nord di Cernusco.
VIVERE Cernusco ritiene che la vocazione agricola del Parco debba essere rispettata poiché, citando il sito della Provincia di Milano, “può garantire, a fronte dell’intensificarsi di un alquanto disordinato sviluppo insediativo, una continuità del sistema ecologico nord-sud nell’est di Milano, dal Parco delle Cascine fino al Villoresi”.
Per riflettere sul tema del “Consumo del territorio” ricordiamo che Lista per Pioltello, Associazione 26 aprile, Legambiente, MeetUp Pioltello e VIVERE Cernusco hanno organizzato un incontro venerdì 7 maggio, alle ore 21, presso il Centro Civico in piazza don Milani a Limito.
Invitiamo tutti coloro che sono sensibili a questo problema a partecipare a quest’occasione di dibattito e confronto.
VIVERE Cernusco
lunedì 26 aprile 2010
25 aprile 2010: il discorso di Eugenio Comincini
Autorità, Associazioni partigiane, combattentistiche e d’arma, concittadini
Il 25 Aprile di 65 anni fa la Liberazione dai nazifascisti concludeva la pagina più tragica della Storia dell’Italia unita ed apriva una stagione di grandi speranze per il futuro democratico.
Anche quest’oggi – come in tutte le ricorrenze di questa memoria – ricordiamo con commozione tutte le vittime della violenza della guerra e manifestiamo gratitudine a quanti si impegnarono fino al sacrificio della propria vita per liberare l’Italia dal giogo della dittatura, riconsegnandoci un Paese libero.
Anche la nostra città non ha mancato di dare il proprio contributo di sangue alla causa della libertà e come ogni anno ci ritroviamo a commemorare l’evento fondativo della democrazia italiana sul luogo del martirio di Cesare Riboldi e Luigi Mattavelli, che i fascisti assassinarono poche ore prima della Liberazione. A loro e a tutti i nostri soldati e partigiani caduti per la libertà, insieme ai deportati, il nostro ricordo affettuoso e la nostra gratitudine.
Nel tardo pomeriggio di ieri al Teatro alla Scala di Milano il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha tenuto un appassionato e articolato discorso sulla Liberazione che merita di essere riletto e meditato, sia dalle autorità civili che dai semplici cittadini.
Nel suo discorso il Presidente ha tra l’altro sostenuto che il 25 Aprile non è solo Festa della Liberazione ma anche della riunificazione d'Italia. Dopo essere stata per 20 mesi tagliata in due, l'Italia si è riunificata, nella libertà e nell'indipendenza. Se ciò non fosse accaduto, la nostra nazione sarebbe scomparsa dalla scena della storia, su cui si era finalmente affacciata come moderno Stato unitario nel 1861, con il compimento del moto risorgimentale.
Dobbiamo ringraziare il Presidente della Repubblica per questo suo costante richiamo alla storia e alla patria: troppo spesso abbiamo minimizzato questi valori, ma – come accade per ogni valore – è solo avendone piena consapevolezza e facendone adeguata memoria che si evitano i rischi di annullamento o indebolimento, in questo caso specifico dell’identità e unità nazionale. Consentitemi di citare testualmente Napolitano quando afferma: “Abbiamo esitato, esitiamo a presentare in tutte le sue luci il patrimonio che ci ha garantito un posto più che degno nel mondo: esitiamo per eccessiva ritrosia, per timore, oltre ogni limite, della retorica e dei miti, o per sostanziale incomprensione del dovere di affermare, senza iattanza ma senza autolesionismi, quel che di meglio abbiamo storicamente espresso e rappresentiamo”.
Il completamento dell’unificazione italiana è stato possibile anche grazie allo straordinario impegno dei partigiani, che certamente avevano ben chiaro il senso della patria.
La Resistenza è stata fatta da uomini e donne che non hanno semplicemente atteso che la Liberazione arrivasse dall’esterno, ad opera di quelle truppe alleate – cui va la riconoscenza dell’Italia per l’importante contributo alla causa della libertà – che da sud a nord hanno sbaragliato i nazifascisti; quegli uomini e donne hanno invece personalmente contribuito a gettare i pilastri della democrazia italiana, hanno fondato quell’umanesimo politico che poi ha costituito la base, la roccia, sulla quale è stata fondata la Costituzione repubblicana.
Recentemente si è tornati a parlare di una profonda revisione della Carta fondamentale. Occorre prestare molta attenzione a quali interventi di adeguamento del testo si vuole mettere mano. Infatti, come ha ultimamente osservato il Presidente emerito della Corte Costituzionale, prof. Valerio Onida, cambiare la nostra Costituzione o significa migliorare su singoli aspetti di dettaglio l’organizzazione dei poteri (ciò che è sempre possibile), o significa discostarsi dai suoi principi ispiratori; in questo secondo caso rischieremmo di disancorarci dalle nostre vere radici come comunità politica. Tra questi principi negli ultimi anni possono apparire messi in discussione soprattutto l’universalismo dei diritti della persona al di là delle differenze (le politiche per l’immigrazione ne sono un esempio); i “fini sociali” che devono orientare l’attività economica e la sua regolazione da parte dei poteri pubblici; la sostanza della democrazia politica, che necessita di articolazione e divisione dei poteri, equilibrio istituzionale, un’informazione libera e non piegata ad interessi di parte o di propaganda politica, lo sviluppo di un’effettiva partecipazione sociale scevra da personalismi e leaderismi.
Voglio ribadire quanto ho già espresso nel corso delle celebrazioni dello scorso anno: i valori fondanti della nostra Costituzione – quelli di libertà, eguaglianza, solidarietà e giustizia – sono stati modellati dalla resistenza partigiana. Modificare la Costituzione in queste parti fondamentali sarebbe tradire il sangue dei partigiani.
Se le modifiche della Carta fondamentale avvenissero per colpi di maggioranza, anche in questo caso ci si allontanerebbe dallo spirito della Liberazione e della Costituente, quando i diversi orientamenti ideologici e culturali seppero trovare punti d’unione per il bene dell’Italia.
La storia della Liberazione è fatta da tanti uomini e donne appassionati, semplici o destinati a un grande futuro, come Sandro Pertini di cui ricordiamo il ventennale della morte – fiero protagonista della lotta partigiana, che tenne un memorabile discorso, dopo decenni di privazione della libertà, il 26 aprile 1945 a Piazza Duomo e che ricordiamo come indimenticato e amato Presidente – o come il nostro Felicino Frigerio, che ci ha lasciato 10 anni fa – che il 26 aprile del 1945 partecipò alla trattativa per la resa del presidio tedesco presente a Cernusco asserragliato a Palazzo Tizzoni in Piazza Matteotti e che poi fu amministratore pubblico –. In uomini e donne come questi troviamo il condensato di “perché” che ci spiegano chi siamo, che ci danno la cifra esatta del nostro DNA. Non lasciamo che alcuno compia sulla nostra identità una mutazione genetica!
Per non disperdere questo importante patrimonio contenuto nella Costituzione, da questo anno, in occasione del 2 Giugno – festa della Repubblica – il Sindaco consegnerà ai ragazzi che nell’anno raggiungono la maggiore età una copia dlla nostra Costituzione, nel corso di una cerimonia pubblica che vuole sottolineare l’importanza dei contenuto del nostro Testo fondamentale.
Come ha acutamente sostenuto nel suo intervento di ieri alla Scala la ricercatrice Antonella Viola, ricordare le storia è fondamentale per non dimenticare che il rispetto delle regole è la prima garanzia di libertà. È per questa ragione che è importantissimo che la modifica delle regole avvenga in modo condiviso. È l’auspicio e l’augurio che elevo quest’oggi per la democrazia italiana!
W la Liberazione! W la Resistenza! W l’Italia! W la Repubblica!
Il 25 Aprile di 65 anni fa la Liberazione dai nazifascisti concludeva la pagina più tragica della Storia dell’Italia unita ed apriva una stagione di grandi speranze per il futuro democratico.
Anche quest’oggi – come in tutte le ricorrenze di questa memoria – ricordiamo con commozione tutte le vittime della violenza della guerra e manifestiamo gratitudine a quanti si impegnarono fino al sacrificio della propria vita per liberare l’Italia dal giogo della dittatura, riconsegnandoci un Paese libero.
Anche la nostra città non ha mancato di dare il proprio contributo di sangue alla causa della libertà e come ogni anno ci ritroviamo a commemorare l’evento fondativo della democrazia italiana sul luogo del martirio di Cesare Riboldi e Luigi Mattavelli, che i fascisti assassinarono poche ore prima della Liberazione. A loro e a tutti i nostri soldati e partigiani caduti per la libertà, insieme ai deportati, il nostro ricordo affettuoso e la nostra gratitudine.
Nel tardo pomeriggio di ieri al Teatro alla Scala di Milano il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha tenuto un appassionato e articolato discorso sulla Liberazione che merita di essere riletto e meditato, sia dalle autorità civili che dai semplici cittadini.
Nel suo discorso il Presidente ha tra l’altro sostenuto che il 25 Aprile non è solo Festa della Liberazione ma anche della riunificazione d'Italia. Dopo essere stata per 20 mesi tagliata in due, l'Italia si è riunificata, nella libertà e nell'indipendenza. Se ciò non fosse accaduto, la nostra nazione sarebbe scomparsa dalla scena della storia, su cui si era finalmente affacciata come moderno Stato unitario nel 1861, con il compimento del moto risorgimentale.
Dobbiamo ringraziare il Presidente della Repubblica per questo suo costante richiamo alla storia e alla patria: troppo spesso abbiamo minimizzato questi valori, ma – come accade per ogni valore – è solo avendone piena consapevolezza e facendone adeguata memoria che si evitano i rischi di annullamento o indebolimento, in questo caso specifico dell’identità e unità nazionale. Consentitemi di citare testualmente Napolitano quando afferma: “Abbiamo esitato, esitiamo a presentare in tutte le sue luci il patrimonio che ci ha garantito un posto più che degno nel mondo: esitiamo per eccessiva ritrosia, per timore, oltre ogni limite, della retorica e dei miti, o per sostanziale incomprensione del dovere di affermare, senza iattanza ma senza autolesionismi, quel che di meglio abbiamo storicamente espresso e rappresentiamo”.
Il completamento dell’unificazione italiana è stato possibile anche grazie allo straordinario impegno dei partigiani, che certamente avevano ben chiaro il senso della patria.
La Resistenza è stata fatta da uomini e donne che non hanno semplicemente atteso che la Liberazione arrivasse dall’esterno, ad opera di quelle truppe alleate – cui va la riconoscenza dell’Italia per l’importante contributo alla causa della libertà – che da sud a nord hanno sbaragliato i nazifascisti; quegli uomini e donne hanno invece personalmente contribuito a gettare i pilastri della democrazia italiana, hanno fondato quell’umanesimo politico che poi ha costituito la base, la roccia, sulla quale è stata fondata la Costituzione repubblicana.
Recentemente si è tornati a parlare di una profonda revisione della Carta fondamentale. Occorre prestare molta attenzione a quali interventi di adeguamento del testo si vuole mettere mano. Infatti, come ha ultimamente osservato il Presidente emerito della Corte Costituzionale, prof. Valerio Onida, cambiare la nostra Costituzione o significa migliorare su singoli aspetti di dettaglio l’organizzazione dei poteri (ciò che è sempre possibile), o significa discostarsi dai suoi principi ispiratori; in questo secondo caso rischieremmo di disancorarci dalle nostre vere radici come comunità politica. Tra questi principi negli ultimi anni possono apparire messi in discussione soprattutto l’universalismo dei diritti della persona al di là delle differenze (le politiche per l’immigrazione ne sono un esempio); i “fini sociali” che devono orientare l’attività economica e la sua regolazione da parte dei poteri pubblici; la sostanza della democrazia politica, che necessita di articolazione e divisione dei poteri, equilibrio istituzionale, un’informazione libera e non piegata ad interessi di parte o di propaganda politica, lo sviluppo di un’effettiva partecipazione sociale scevra da personalismi e leaderismi.
Voglio ribadire quanto ho già espresso nel corso delle celebrazioni dello scorso anno: i valori fondanti della nostra Costituzione – quelli di libertà, eguaglianza, solidarietà e giustizia – sono stati modellati dalla resistenza partigiana. Modificare la Costituzione in queste parti fondamentali sarebbe tradire il sangue dei partigiani.
Se le modifiche della Carta fondamentale avvenissero per colpi di maggioranza, anche in questo caso ci si allontanerebbe dallo spirito della Liberazione e della Costituente, quando i diversi orientamenti ideologici e culturali seppero trovare punti d’unione per il bene dell’Italia.
La storia della Liberazione è fatta da tanti uomini e donne appassionati, semplici o destinati a un grande futuro, come Sandro Pertini di cui ricordiamo il ventennale della morte – fiero protagonista della lotta partigiana, che tenne un memorabile discorso, dopo decenni di privazione della libertà, il 26 aprile 1945 a Piazza Duomo e che ricordiamo come indimenticato e amato Presidente – o come il nostro Felicino Frigerio, che ci ha lasciato 10 anni fa – che il 26 aprile del 1945 partecipò alla trattativa per la resa del presidio tedesco presente a Cernusco asserragliato a Palazzo Tizzoni in Piazza Matteotti e che poi fu amministratore pubblico –. In uomini e donne come questi troviamo il condensato di “perché” che ci spiegano chi siamo, che ci danno la cifra esatta del nostro DNA. Non lasciamo che alcuno compia sulla nostra identità una mutazione genetica!
Per non disperdere questo importante patrimonio contenuto nella Costituzione, da questo anno, in occasione del 2 Giugno – festa della Repubblica – il Sindaco consegnerà ai ragazzi che nell’anno raggiungono la maggiore età una copia dlla nostra Costituzione, nel corso di una cerimonia pubblica che vuole sottolineare l’importanza dei contenuto del nostro Testo fondamentale.
Come ha acutamente sostenuto nel suo intervento di ieri alla Scala la ricercatrice Antonella Viola, ricordare le storia è fondamentale per non dimenticare che il rispetto delle regole è la prima garanzia di libertà. È per questa ragione che è importantissimo che la modifica delle regole avvenga in modo condiviso. È l’auspicio e l’augurio che elevo quest’oggi per la democrazia italiana!
W la Liberazione! W la Resistenza! W l’Italia! W la Repubblica!
martedì 20 aprile 2010
Referendum acqua pubblica: al via la raccolta firme
Sabato 24 aprile partirà la raccolta delle firme per richiedere l’indizione di 3 referendum abrogativi delle norme che considerano l’acqua una merce e la sua gestione finalizzata a produrre profitti.
I tre quesiti referendari, depositati presso la Corte di Cassazione di Roma mercoledì 31 marzo 2010, sono stati promossi dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, costituito da centinaia di comitati territoriali che si oppongono alla privatizzazione, insieme a numerose realtà sociali e culturali. L’iniziativa è sostenuta anche da diverse forze politiche.
Anche a Cernusco è attivo da alcuni anni il Comitato Acqua Bene Comune, formato da persone interessate a difendere un diritto fondamentale di tutti. In occasione della campagna referendaria, il Comitato invita tutte le associazioni, i comitati, le singole e i singoli che vogliono sostenere questa iniziativa, ad aderire al Comitato di Cernusco, per unire le forze e raggiungere insieme il numero di firme necessarie allo svolgimento dei referendum (almeno 500.000) e quindi alla cancellazione delle leggi che vorrebbero privatizzare il bene comune più importante.
In coerenza con quanto fatto a livello nazionale, chiediamo anche alle forze politiche di Cernusco di sostenere questa battaglia comune, fornendo il proprio contributo concreto alla raccolta delle firme e contribuendo al percorso di informazione e sensibilizzazione.
Il primo appuntamento promosso dal Comitato cernuschese è l’avvio della raccolta firme, prevista per sabato 24 aprile 2010, dalle ore 10 alle ore 18.30 in Piazza Matteotti a Cernusco s/N. L’appuntamento assumerà un valore ancora più grande perché si terrà contestualmente ad una delle iniziative de “I colori del 25 aprile”, il cartello di eventi promossi da ACLI, ANPI, Cachoeira de Pedras, CNGEI Scout, ColorEsperanza, Futura e Associazione “Roberto Camerani” in occasione della Festa della Liberazione.
Dopo questo appuntamento, in cui verranno raccolte anche le adesioni al Comitato, organizzeremo un incontro per pianificare la raccolta firme e decidere insieme quali iniziative promuovere per sensibilizzare la cittadinanza sul tema dell’acqua pubblica e sui tre referendum.
COMITATO ACQUA BENE COMUNE - CERNUSCO S/N
Per info e adesioni: acquacernusco@gmail.com
I tre quesiti referendari, depositati presso la Corte di Cassazione di Roma mercoledì 31 marzo 2010, sono stati promossi dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, costituito da centinaia di comitati territoriali che si oppongono alla privatizzazione, insieme a numerose realtà sociali e culturali. L’iniziativa è sostenuta anche da diverse forze politiche.
Anche a Cernusco è attivo da alcuni anni il Comitato Acqua Bene Comune, formato da persone interessate a difendere un diritto fondamentale di tutti. In occasione della campagna referendaria, il Comitato invita tutte le associazioni, i comitati, le singole e i singoli che vogliono sostenere questa iniziativa, ad aderire al Comitato di Cernusco, per unire le forze e raggiungere insieme il numero di firme necessarie allo svolgimento dei referendum (almeno 500.000) e quindi alla cancellazione delle leggi che vorrebbero privatizzare il bene comune più importante.
In coerenza con quanto fatto a livello nazionale, chiediamo anche alle forze politiche di Cernusco di sostenere questa battaglia comune, fornendo il proprio contributo concreto alla raccolta delle firme e contribuendo al percorso di informazione e sensibilizzazione.
Il primo appuntamento promosso dal Comitato cernuschese è l’avvio della raccolta firme, prevista per sabato 24 aprile 2010, dalle ore 10 alle ore 18.30 in Piazza Matteotti a Cernusco s/N. L’appuntamento assumerà un valore ancora più grande perché si terrà contestualmente ad una delle iniziative de “I colori del 25 aprile”, il cartello di eventi promossi da ACLI, ANPI, Cachoeira de Pedras, CNGEI Scout, ColorEsperanza, Futura e Associazione “Roberto Camerani” in occasione della Festa della Liberazione.
Dopo questo appuntamento, in cui verranno raccolte anche le adesioni al Comitato, organizzeremo un incontro per pianificare la raccolta firme e decidere insieme quali iniziative promuovere per sensibilizzare la cittadinanza sul tema dell’acqua pubblica e sui tre referendum.
COMITATO ACQUA BENE COMUNE - CERNUSCO S/N
Per info e adesioni: acquacernusco@gmail.com
martedì 13 aprile 2010
Malasanità o altro?
Il 5 Marzo scorso all'ospedale Uboldo di Cernusco sul Naviglio muore una bimba nigeriana di 13 mesi. E' l'epilogo di una vera e propria odissea. La bambina viene dapprima rifiutata dal Pronto Soccorso perché è scaduta la tessera sanitaria del padre , in Italia dal 1997. (Per ottenere il rinnovo della tessera sanitaria avrebbe dovuto presentare la busta paga dell'ultimo mese e lui è stato licenziato sei settimane prima). Solo al secondo tentativo e dopo l'intervento dei Carabinieri la bimba è stata ricoverata, ma scarsamente assistita.
A Carugate, paese in cui vive la famiglia nigeriana, domenica 11 Aprile un corteo di 200 persone ha denunciato come la bambina sia morta " uccisa dalla burocrazia".
Ma si può parlare di "burocrazia" quando è in pericolo la vita di una persona, di un bambino? Se così fosse stato, saremmo di fronte ad una vera e propria violazione dei diritti umani.
Il fatto è di una gravità assoluta e purtroppo non è neppure un episodio isolato. Pochi giorni prima all'ospedale di Melzo era morto un bambino albanese di un anno e mezzo, rimandato a casa dal Pronto Soccorso.
Di fronte a simili episodi, noi donne non accettiamo di sentirci impotenti. Vogliamo denunciare questi fatti gravissimi che purtroppo non sono sintomi di malasanità ma di mancanza di sensibilità della società attuale. In particolare denunciamo la difficoltà di accedere alle strutture sanitarie da parte degli stranieri, soprattutto irregolari, anche se la legge prevede comunque assistenza per loro.
Non possiamo accettare l’idea che questo non sarebbe successo se la bimba fosse stata italiana!
Ora, su denuncia dei genitori per omicidio colposo, la Procura di Milano ha aperto un’inchiesta.
In attesa che si faccia luce sull’accaduto, esprimiamo tutta la nostra solidarietà e vicinanza alla famiglia nigeriana.
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine.
Gruppo UDI ‘Donnedioggi’ - Cernusco s/N e Martesana
Libera Università delle Donne - Cernusco s/N
A Carugate, paese in cui vive la famiglia nigeriana, domenica 11 Aprile un corteo di 200 persone ha denunciato come la bambina sia morta " uccisa dalla burocrazia".
Ma si può parlare di "burocrazia" quando è in pericolo la vita di una persona, di un bambino? Se così fosse stato, saremmo di fronte ad una vera e propria violazione dei diritti umani.
Il fatto è di una gravità assoluta e purtroppo non è neppure un episodio isolato. Pochi giorni prima all'ospedale di Melzo era morto un bambino albanese di un anno e mezzo, rimandato a casa dal Pronto Soccorso.
Di fronte a simili episodi, noi donne non accettiamo di sentirci impotenti. Vogliamo denunciare questi fatti gravissimi che purtroppo non sono sintomi di malasanità ma di mancanza di sensibilità della società attuale. In particolare denunciamo la difficoltà di accedere alle strutture sanitarie da parte degli stranieri, soprattutto irregolari, anche se la legge prevede comunque assistenza per loro.
Non possiamo accettare l’idea che questo non sarebbe successo se la bimba fosse stata italiana!
Ora, su denuncia dei genitori per omicidio colposo, la Procura di Milano ha aperto un’inchiesta.
In attesa che si faccia luce sull’accaduto, esprimiamo tutta la nostra solidarietà e vicinanza alla famiglia nigeriana.
Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine.
Gruppo UDI ‘Donnedioggi’ - Cernusco s/N e Martesana
Libera Università delle Donne - Cernusco s/N
Iscriviti a:
Post (Atom)