sabato 27 marzo 2010

Una lettera dalla Bulgaria sul caso Gargantini

Leggo con certo stupore sui vari organi di stampa locali che alcune scelte dell’amministrazione sarebbero di stampo bulgaro. Premesso che la Bulgaria sta a migliaia di chilometri e che non ci siamo mai stati nemmeno per turismo, e che l’ultimo editto bulgaro che ricordo venne lanciato da un premier di destra, voglio sottolineare come in questi due anni e mezzo di amministrazione Comincini TUTTE le scelte siano state condivise fra TUTTI i componenti della maggioranza, coinvolgendo sempre i consiglieri e i segretari di partito e, per le questioni piu’ rilevanti, anche i direttivi dei partiti di maggioranza.
Stupisce leggere una simile affermazione quando, per citare, ad esempio, il PGT, la maggioranza Comincini ha coinvolto tutta la città, pubblicamente, prima durante e dopo la stesura del pgt stesso; partiti politici, semplici cittadini, professionisti e imprenditori sono stati incontrati per spiegare in maniera trasparente le linee guida del pgt e per ricavarne spunti e contributi.
Inoltre, sempre la maggioranza ‘bulgara’ ha creato le consulte, strumenti di partecipazione, di cui lo stesso Gargantini ha fatto parte ma dalle quali (la consulta dello sport) si è poi dimesso perche’ in disaccordo con le scelte dell’amministrazione e in contrasto con le scelte delle società sportive. Qui non c’entra la Bulgaria: qui c’entra la capacità di lavorare e stare in sintonia con altri consiglieri, assessori o rappresentanti delle società sportive.
Spiace rilevare come spesso il consigliere Gargantini non si sia presentato alle riunioni di maggioranza, riunioni nelle quali si condividevano importanti scelte amministrative. Va riconosciuto al consigliere Gargantini di aver avanzato proposte alternative ma va altrettanto correttamente rilevato che queste proposte sono state analizzate, prese in considerazione ma anche spesso scartate da TUTTI, non dai bulgari di turno, perche’ irrealizzabili o irricevibili; altre volte è accaduto che tali proposte si discostassero dal programma elettorale che ci ha permesso di essere eletti e conseguentemente non accettate.
Bene, in un meccanismo democratico si decide a maggioranza cosa fare (e Vivere Cernusco non ha la maggioranza dei consiglieri di governo della città) e una volta deciso ci si allinea alle posizioni che TUTTO il gruppo fa proprie. Quando accadono situazioni come quella del consigliere Gargantini, onestà intellettuale e senso di responsabilità (e non richiami da parte del proprio partito) vorrebbero un allineamento delle posizioni. E’ come se, in una squadra di calcio, i giocatori che non fossero pienamente d’accordo con la tattica dell’allenatore facessero autogol (il voto contrario in consiglio comunale) anziche’ provare a vincere tutti insieme (il voto favorevole); se non si sta piu’ bene in una squadra, o la si cambia o si cambia sport.
Tutti noi consiglieri siamo stati eletti sia per chi siamo, sia perché facciamo parte di un programma di governo e della coalizione di un determinato sindaco; quando le proposte avanzate o i voti in consiglio comunale fossero difformi da questo programma sarebbe molto saggio abbandonare la scena politica.
Accade invece che il consigliere Gargantini, comportandosi esattamente nello stesso modo di quei politici che spesso critica, si tenga il ‘cadreghino’ e non lasci il posto a chi possa essere invece perfettamente in linea con il programma di governo della città.
In sintesi abbiamo un consigliere, il Gargantini, che dapprima lascia la consulta (organo non propriamente politico ma composto per larga parte da rappresentanti delle società sportive) e poi entra in contrasto con il partito e la maggioranza di appartenenza.
Fa tutto lui, ma invoca la Bulgaria per giustificare le proprie scelte di comodo….. Troppo comodo non assumersi le proprie responsabilità. E non si capisce perche’ debba appoggiare la maggioranza da fuori e non da dentro… anche questo troppo comodo!
Appare anche altrettanto singolare che alcuni soggetti politici saltino sul ‘carro Gargantini’, come se il consigliere Gargantini avesse voce in capitolo sulle scelte della città.
Abbiamo cosi’ una lista di ’liberi pensatori’ che non hanno visibilità in consiglio comunale (dopo una sonora batosta elettorale) che cercano una sponda nel Gargantini per assumere un po’ di peso, e la Lega che lo considera un interlocutore importante per avanzare proposte per la città.
Mi sembra poco credibile che la Lega sia cosi’ sprovveduta da pensare che grazie ad un sodalizio con il Gargantini possa influenzare maggiormente le scelte amministrative della città, cosi’ come vorrei proprio vedere come faranno, i vertici della Lega, a spiegare ai propri elettori che sia importante collaborare strettamente con un consigliere che parla, non solo, ma spesso e legittimamente, di moschee, diritti dell’omosessualità ed altri temi importanti o interessanti ma che poco c’entrano con il governo di una città e, soprattutto, con il ‘celodurismo padano’.
Mentre la Lega e Gargantini discutono di queste importanti questioni morali, la maggioranza Comincini continua, compatta, a governare Cernusco, a concentrarsi sul PGT e sugli atti e gli indirizzi che possano aumentare la qualità della vita della nostra città.
E’ cio’ che abbiamo promesso agli elettori in campagna elettorale ed è cio’ che stiamo portando avanti con decisione e pieno appoggio da parte della città.

Fabio Colombo
Capogruppo di Vivere Cernusco

mercoledì 24 marzo 2010

10 Marzo 2010 – Serata incontro dal titolo: Speculazione edilizia: destino inevitabile delle nostre città?

Il 10 marzo si è tenuto un interessante incontro-dibattito sui temi urbanistici. Stimolo per la discussione e filo conduttore per alcuni temi, i contenuti del libro di Mario De Gaspari, già sindaco di Pioltello e professore universitario, dal titolo ‘Il malessere della città’.
La serata è stata suddivisa in due momenti: il primo in cui sindaco Eugenio Comincini, l’assessore al territorio Giordano Marchetti, l’arch. Antonio Longo (ricercatore del politecnico) e Mario De Gaspari hanno illustrato alcuni spunti di riflessione in ordine allo sviluppo urbanistico delle nostre città e all’intreccio sempre più stretto fra finanza e operazioni edilizie; il secondo momento è stato caratterizzato da una vivace ed interessata sessione di domande e risposte che ha dato modo di sviluppare ulteriormente, con in numerosi presenti, quanto espresso in precedenza.

In questa sintesi ci concentriamo soprattutto sulle riflessioni emerse sul rapporto sindaci-speculazioni edilizie e sulla domanda : “I sindaci sono vittime o carnefici di tali speculazioni”?
Da qualche anno gli amministratori locali sono alle prese con dei conti sempre più difficili da quadrare a causa dei minori introiti che il governo centrale trasferisce ai comuni, e contemporaneamente, con la tentazione di utilizzare entrate straordinarie, come gli oneri di urbanizzazione, anche a copertura di spese correnti (es. stipendio dipendenti, manutenzione immobili, etc).
Il risultato è che alcuni amministratori consentono insediamenti edilizi anche fuori da ogni programmazione per incassare oneri da applicare al bilancio. In pratica il governo centrale ha concesso la possibilità di svendere il gioiello di famiglia delle città, il territorio, risorsa finita, in esaurimento e non ricreabile, per ricevere dei soldi una a tantum che saranno usati per spese ordinarie.
Se sul piano finanziario si ottiene un fragile e non sano equilibrio di bilancio, sul piano urbanistico accade che, alcune scelte, non siano fatte dagli amministratori ma da chi si presenta alla loro porta offrendo grandi opere o soldi in cambio del permesso di costruire palazzine, o interi quartieri, in determinate aree.

Governare il territorio significa, invece, fare delle scelte e saper dire dei ‘no’ motivati a chi si presenta promettendo progetti fantasmagorici in cambio di un “semplice insediamento immobiliare” magari su un terreno agricolo. Poiché ogni nuovo insediamento residenziale porta con se’ la necessità di nuovi servizi ed attenzioni ed incide sulla qualità della vita di quanti già abitano l’area, di fronte ad insediamenti in contrasto con il progetto di città armonica che si vuole creare, l’approccio più responsabile consiste nel non accettare tali realizzazioni anche a fronte di ingenti risorse una a tantum per il comune.
Governare il territorio significa avere un progetto per la città, definire gli ambiti agricoli, quelli verdi a giardino pubblico, quelli a parco boschivo, quelli per servizi, quelli per insediamenti industriali, quelli per le abitazioni.

In altre parole definire cosa fare di un’area, passando dall’approccio: “c’e’ un pezzo di territorio quanti appartamenti ci costruisco”, all’approccio “c’e’ un pezzo di territorio come possiamo impiegarlo?”, ragionando su tutte le opzioni sopra descritte di cui una, una sola, è l’edificazione di appartamenti.

Si è discusso quindi del Piano di Governo del Territorio (PGT) in fase di adozione, con il quale l’attuale amministrazione sta tracciando le linee di sviluppo della Cernusco del decennio che viene. Come tutti gli strumenti non è buono ne cattivo in se, dipende da come lo si utilizza. L’idea che questa amministrazione ha del PGT è che per mantenere/aumentare la qualità della vita della città, bisogna diminuire la pressione edificatoria sul territorio di Cernusco, migliorare la viabilità, preservare corridoi ecologici, definire le regole per gli insediamenti edilizi e i servizi per i cittadini, per dare vita, insomma, a tutto quanto significa governare il territorio.

In un’ottica generale che vede i sindaci sia vittime (di un bilancio sempre più difficile da quadrare, della possibilità di applicare gli oneri a spese correnti, delle minori entrate causate dal governo centrale) che carnefici (quando effettuano scelte scellerate a devastazione e cementificazione del territorio al di fuori da ogni programmazione e bisogno reale dei cittadini), noi preferiamo pensare a sindaci protagonisti nel determinare il futuro armonico e nel mantenere/aumentare la qualità della vita del territorio in cui si vive.

Fabio Colombo e Roberto Codazzi