L’atto di questa sera è doveroso per rendere finalmente appetibile Villa Alari a chi (comune, soggetti privati o enti) la volesse utilizzare per finalità pubbliche o per fare la propria sede (di prestigio aggiungo io). E’ risaputo e logico che un edificio ha senso ed è tanto piu’ appetibile quanto piu’ rimane intatto.
Oggi la villa, rilevata dalla amministrazione Cassamagnaghi nel 2007 come onere a scomputo (cioè in cambio) nell’ambito della grande edificazione di via Cavour, ha un corpo centrale, una cappellina ed una portineria di proprietà del comune; le ali sono di proprietà dell’operatore. Le ali si pongono in mezzo fra il corpo centrale, la cappellina e la portineria che sono pertanto non comunicanti anche se dello stesso proprietario (il comune).
L’area è inoltre gravata da tutta una serie di diritti e servitù di passaggio a favore del privato che ne impediscono l’utilizzo in esclusivo da parte di chi utilizzasse il corpo centrale, la cappellina e la portineria.
Con l’atto di questa sera ci troviamo pertanto a risolvere una lacuna che abbiamo ereditato dalla passata amministrazione.
Badate bene, ormai posso dire di conoscere un po’ (politicamente si intende) il consigliere Cassamagnaghi e lo apprezzo sia come consigliere sia come persona avendo piu’ volte apprezzato, in questi due anni, il suo stile e la sua intelligenza in consiglio comunale; quando penso all’acquisizione di Villa Alari e mi riferisco alla lacuna lasciataci dalla sua amministrazione penso che la villa venne rilevata in questo modo semplicemente perche’ lo stesso Daniele e la sua maggioranza non avevano un progetto sulla Villa.
Hanno acquisito un bene prezioso ma monco, forse abbagliati dalla bellezza e dal valore del corpo centrale, senza pensare che cosi’ diviso non sarebbe stato utilizzabile pienamente da nessuno, non pensando quindi di rilevare tutto il corpo.
Penso alla buona fede di un amministratore (l’allora sindaco Cassamagnaghi) che agendo abbia fatto un errore, forse anche perché non ben consigliato da chi gli stava intorno.
Oggi la bella Villa è li’, bella ma incompiuta, e come già detto non è un corpo unitario ma uno ‘spezzatino’.
La Villa senza ali non può volare, non ha prospettive di sviluppo.
Chi volesse oggi usufruire della villa come sede per la propria azienda o ente, si troverebbe a condividere i passaggi e l’utilizzo del cortile d’onore con chi venisse ad abitare le ali al pian terreno; una volta appurato che questa non è un corpo unico e non può essere utilizzata in esclusiva, ma solo in coabitazione con altri soggetti, abbandonerebbe l’idea.
Di piu’, per via del fatto che le ali sono di proprietà dell’operatore che sta edificando nell’area attigua, queste sono state già temporaneamente demolite, rendendo inutilizzabili gli impianti di luce, gas ed acqua anche nel corpo centrale della Villa perche’ tutt’uno con la parte di impianto presente nelle ali.
Pertanto se anche non si procedesse all’acquisizione delle ali e paradossalmente l’utilizzo della villa restasse in capo del comune, in queste condizioni, sarebbe necessario investire parecchi soldi per rifare tutti gli impianti, senza contare che lo stesso comune condividerebbe l’utilizzo della corte ed altro con soggetti privati (come già detto prima). Il comune sarebbe proprietario della villa ma si troverebbe ad avere privati cittadini a transitare liberamente nella stessa zona….
Non vuol certo dire di ‘essere padroni a casa propria’ come qualche politico ama dire di questi tempi.
In sintesi, e per quanto appena descritto, con la situazione odierna sia l’utilizzo di privati sia l’utilizzo da parte del comune sono da scartare.
Eccoci pertanto a questa sera con l’amministrazione che, per rendere finalmente usufruibile la villa, si trova a stipulare un accordo con l’operatore che, dimostrando apertura e voglia di collaborare, acconsente a cedere il piano inferiore delle ali al comune e a sistemare il ‘ginepraio’ di servitù di passaggio che ne inficiano l’utilizzo esclusivo.
Sono altresì convinto che, raggiunta ormai l’integrità dell’organismo architettonico, anche altre aziende o enti sarebbero interessati ad insediarsi nella Villa stessa.
Non ho capito, oltre alle critiche, quale sia la proposta lanciata dai colleghi della minoranza, dai quali non è pervenuta alcuna idea su come impiegare la Villa ne’, tantomeno, abbiamo trovato atti o indicazioni derivanti dalla amministrazione Cassamagnaghi: non possiamo prendere pertanto in considerazione alcuna alternativa al nostro progetto sulla Villa.
Rilevare tali beni e aggiustare questi diritti è anzitutto costato tanta fatica a chi del comune e dell’operatore si è seduto al tavolo delle trattative ed ha, ovviamente, avuto un prezzo, che avremmo ovviamente evitato di pagare se non ci fossimo trovati nella condizione in cui siamo.
Stiamo parlando di un piccolo insediamento abitativo, di bassa entità in termini di metri cubi ed abitanti (6.000 mc); stiamo parlando di circa 20-25 appartamenti che verrebbero a crearsi su due piccole aree in una zona già urbanizzata a nord della città.
Non stiamo certo ‘cementificando’ lembi di campagna che invece reputiamo fondamentale e prioritario mantenere a parco e a verde agricolo, ne’ stiamo prevedendo la trasformazione del volto della nostra città come invece è accaduto e sta tuttora accadendo con alcuni interventi previsti dal PRG e dai PII.
Chi oggi, dai banchi dell’opposizione grida allo scandalo e alla cementificazione dimentica volutamente le grandi ‘colate’ da loro stessi generate perché previste dal Piano Regolatore (tuttora i cantieri aperti a Cernusco sono figli di questo e continueranno anche nel prossimo futuro) o dai PII che si sono succeduti negli ultimi 15 anni ad opera delle giunte a guida federalista-leghista. Partiamo dal PII dell’Arcofalc fino a giungere ai grandi cantieri aperti in zona Adua Vespucci, a Ronco, al PII Alberti (di fianco al cimitero), a via Cavour, etc..
Qui, scusate, i membri della minoranza gridano allo scandalo, sono alla ricerca di una perduta verginità anti-cementificazione dimenticando cio’ che di molto piu’ vasto hanno consentito di fare fino a ieri quando governavano la città.
Qui, e chiudo, chi oggi siede sui banchi dell’opposizione guarda la pagliuzza nell’occhio dell’amministrazione Comincini, mentre non solo ha una trave ma addirittura una falegnameria intera nei propri occhi.
Ringrazio tutta la giunta ma in special modo il sindaco Comincini, il dirigente Acquati e soprattutto l’assessore Marchetti che hanno condotto la trattativa; allo stesso modo cogliamo positivamente l’apertura del proprietario e lo ringraziamo per la disponibilità dimostrata a trovare un accordo con l’amministrazione.
Fabio Colombo, Capogruppo di Vivere Cernusco
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