martedì 10 novembre 2009

Intervento di Giordano Marchetti in Consiglio Comunale

Al termine del dibattito in aula l'assessore al territorio Giordano Marchetti ha effettuato un intervento in risposta agli stimoli sorti durante la discussione.


Il dibattito in aula di questa sera è stato sicuramente interessante, vivace e ricco di spunti.
Da un lato i Consiglieri di maggioranza che ringrazio per come hanno sostenuto e riconosciuto, nei loro interventi, la bontà del protocollo d’intesa; dall’altro i Consiglieri di minoranza con interventi che non fanno altro che confermare in me la convinzione di come, da un po’ di tempo, si è scelto di perseguire un disegno teso a deformare la realtà per confondere l’opinione pubblica.
Certo in questa gara qualcuno risulta essere più abile e convincente, qualcun altro meno, ma la sostanza della questione non cambia.

E così anche l’intesa raggiunta tra gli Operatori e l’Amministrazione Comunale sul destino dell’area Mat Plast non sfugge a questo gioco teso a offuscare la realtà.
  • Non conta più il risultato, credo storico, di aver dato soluzione, dopo oltre 25 anni, alla coabitazione forzosa nelle medesime strutture comunali della scuola pubblica e della scuola paritaria;
  • Non conta più aver dato nuove prospettive di spazio che significa dare sviluppo qualitativo dell’offerta e del servizio scolastico cernuschese nel suo insieme;
  • Non conta più aver riportato il rispetto in quell’area delle destinazioni d’uso previste nel PRG;
  • Non conta più aver definito, oltre che la realizzazione della scuola paritaria, l’attuazione di strutture a carattere universitario capaci di dare, per un verso risposte alla preoccupazione degli studenti fuori sede che gravitano sugli atenei milanesi e cioè la mancanza di posti letto in ambienti dignitosi e a prezzi ragionevoli, e dall’altro di far finalmente allargare lo sguardo della nostra città oltre i suoi confini.
Ecco tutto ciò non conta.

Anziché entrare nel merito della questione si parla a slogan e si focalizza il dibattito e l’attenzione sugli slogan.
“Cemento buono – cemento cattivo”; “Fate la stessa volumetria che avevate a suo tempo contestato”, “Vi proclamate ambientalisti a parole poi nei fatti cementificate”;”Operazione immobiliarista” “ Campus no e sì al trasferimento dell’IPSIA”; e via di questo passo.

Insomma l’obiettivo è quello di far apparire l’Assessore, il Sindaco e la Giunta come degli incapaci perché continuano a prendere decisioni urbanistiche prive di una visione organica di pianificazione della città e soprattutto mostrarli ai mass media come i cementificatori della peggior specie neppure, lontanamente, comparabili con chi li aveva preceduti.

Allora, stando così le cose, è il caso di rimettere al centro dell’attenzione i fatti, la loro sequenza temporale.
Forse solo così si potrà capire il percorso che ci ha portato a definire questo protocollo.

Come già detto nel mio intervento di apertura ad aprile del 2007 la Giunta guidata da Cassamagnaghi faceva adottare al Consiglio Comunale, in variante al PRG, un PII (Piano Integrato di Intervento) molto articolato, presentato tra gli altri dalla proprietà dell’area Mat Plast, che consentiva sull’ambito in questione la realizzazione di 45.000 mc di edilizia residenziale (tradotto oltre 200 appartamenti) più 3000 mc di edilizia commerciale.
Poi quando tutto sembrava fatto, sono arrivate le elezioni.

La coalizione guidata da Cassamagnaghi perde e con il cambio di amministrazione il 02/08/2007 questa Giunta e questa maggioranza decidono di non approvare il PII adottato qualche mese prima.

Una scelta coraggiosa e un segnale di cambiamento molto forte alla città ma, che se non governata, - e lo sapevamo bene - avrebbe portato ad innestare con gli operatoti un conflitto dalle conseguenze non stimabili.

Rammento che il PII aveva improvvisamente fatto acquistare a delle aree vincolate a servizi, e dunque bloccate e poco redditizie, un valore di mercato incrementato di almeno 10 volte.

Si è dovuto allora spiegare, a chi aveva visto andare inaspettatamente in fumo una prospettiva di guadagno allettante, che il quadro era mutato.

Si è dovuto far capire agli Operatori, in un clima - che lascio solo immaginare -, di tensione, diffidenza e forse disprezzo, che lì le case, con tutto quello che ne derivava, non sarebbero più state realizzate;

Si è dovuto chiarire agli Operatori che una soluzione la si poteva trovare ma solamente ragionando su quello che il PRG consentiva si potesse realizzare lì, e cioè attrezzature di interesse sovracomunale per l’istruzione, la sanità e l’assistenza, altrimenti la situazione esistente, vale a dire l’attività produttiva della Mat Plast, si sarebbe congelata per anni nelle medesime condizioni in cui si trovava e senza possibilità di espansioni;

Si è dovuto far capire agli operatori che l’interlocutore che si trovavano davanti, cioè il sottoscritto, nonostante avesse perseguito con tenacia quanto da sempre affermato, ovverossia che il PII adottato non poteva né doveva essere approvato, era attendibile quando dichiarava a loro la disponibilità dell’Amministrazione nel voler giungere ad un accordo soddisfacente; una credibilità riconosciuta forse anche in virtù della coerenza e della determinazione mostrata dal sottoscritto in tutta la questione del PII.

Ed è basandoci su questi presupposti che si è cominciato a tessere una tela diventata col tempo lunghissima.

Ricordo a tutti che una delle priorità di mandato di questa Amministrazione riguarda le scuole ed in particolare la creazione di nuovi spazi perché le strutture esistenti, nel breve periodo, senza interventi mirati non sono più in grado di sopportare il previsto aumento della popolazione studentesca con particolare riferimento alle scuole elementari e materne.

E allora se porzioni di edifici scolastici comunali erano (e sono) occupati dalla scuola paritaria Aurora Bachelet ci si è chiesto perché mai non ipotizzare un loro trasferimento coinvolgendo, da subito, la Cooperativa nella costruzione del nuovo destino che si intendeva delineare sull’area Mat Plast?

Certo bisognava, anche qui, far capire ai Referenti della Aurora Bachelet che dopo tanti anni un’Amministrazione comunale, seppur politicamente lontano da loro, era disposta seriamente a mettere a disposizione una reale soluzione, dal punto di vista logistico, alla scuola paritaria.
Anche in questo caso posso assicurare che il passaggio non è stato sicuramente facile.
Si sono dovute prima abbattere le naturali diffidenze frutto di diverse visioni ideologiche, culturali e politiche.
Si sono dovute superare le rigidità delle posizioni e le diffidenze sedimentate nel tempo per poter costruire un rapporto di fiducia reciproca.

Solo dopo, e solo in seguito alla disponibilità manifestata da tutti i soggetti coinvolti, si è cominciato man mano a parlare degli obiettivi concretamente realizzabili, vale a dire il trasferimento della scuola paritaria, conditio sine qua non per l’attuazione del Piano Particolareggiato, e della richiesta dell’Operatore di realizzare un campus universitario i ragione dell’esistenza di un mercato dell’edilizia per studenti gravanti sugli atenei milanesi.
Poi si sono affrontate le questioni derivanti dai vincoli urbanistici, i problemi legati ai costi/benefici dell’intero Piano e quelli della sostenibilità economicamente accettabile per ciascun soggetto coinvolto, e poi ancora la definizione delle garanzie sulla realizzazione delle opere e della loro destinazione futura.

E’ dal mix di tutto ciò che è uscito questo protocollo d’intesa.
Non è dunque un caso se per giungere a questo accordo ci sono voluti ben 2 anni.
Una trattativa lunghissima dove in più momenti, molto prima di oggi, si è arrivati sul punto di chiuderla ma anche che saltasse tutto.

Per tutto questo se il Consiglio Comunale questa sera approverà il protocollo d’intesa, non potrò che essere personalmente soddisfatto, ma più ancora lo sarò per le prospettive future che sia aprono alla città.

Con il passaggio di stasera si chiuderà, dopo lungo tempo, una fase e se ne aprirà un’altra, più tecnica, basata sulla determinazione del Piano Particolareggiato di iniziativa pubblica che ci vedrà impegnati nei prossimi mesi, con altri due passaggi in consiglio comunale, prima di poter dare l’avvio ai lavori di realizzazione della prima opera e cioè la scuola paritaria.
So di essermi dilungato e chiedo scusa ma era un passaggio doveroso nei confronti non solo dei consiglieri.

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