giovedì 20 settembre 2007

Acqua bene comune

Durante il Consiglio Comunale di lunedì 17 settembre è stata presentata e approvata una mozione promossa da tutti i consiglieri di maggioranza che avanza la richiesta di un referendum abrogativo per la cancellazione della legge regionale che obbliga i comuni a privatizzare la distribuzione dell'acqua. Se 50 comuni della Regione Lombardia approveranno la delibera si andrà a votare se privatizzare o meno un bene comune come l'acqua. In sede di Consiglio Erica Spinelli ha presentato la richiesta. Ecco il suo intervento:

Vorrei presentare all’attenzione dell’intero consiglio comunale, a nome dei consiglieri appartenenti alla maggioranza, una proposta di delibera in merito alla nostra richiesta di abrogare parzialmente la legge regionale n° 26 del 12/12/2003 (disciplina dei servizi locali di interesse economico generale. Norme in materia di gestione dei rifiuti, di energia, di utilizzo del sottosuolo e di risorse idriche), come modificata dalla legge regionale n° 18 dell’8/8/2006 (Conferimento di funzioni agli enti locali in materia di servizi locali di interesse economico generale), relativamente alle disposizioni che non permettono la gestione interamente pubblica del servizio idrico integrato, consentendo invece la partecipazione privata nelle società titolari della proprietà di reti ed infrastrutture, attraverso la messa a gara obbligata del servizio di erogazione. (Per la Regione Lombardia esiste una sola deroga: quella di Milano città, la cui acqua sarà gestita ed erogata sempre dallo stesso gestore, una società interamente controllata dal Comune).

Questo annulla la giusta autonomia locale, in contrasto con il principio della normativa nazionale (Legge Galli, L. 36 del 5/1/’94 (disposizioni in materia di risorse idriche), che esordisce: “tutte le acque superficiali e sotterranee, ancorché non estratte dal sottosuolo, sono pubbliche e costituiscono una risorsa che è salvaguardata ed utilizzata secondo criteri di solidarietà”.

Le disposizioni della legge regionale nell’imporre a comuni e province la separazione della rete dalla gestione del servizio con l’obbligo di affidare quest’ultimo mediante procedure ad evidenza pubblica, risultano lesive dell’autonomia di detti enti, garantita dalla nostra costituzione (art. 114, 117, 118).
La scelta di un’unica modalità di affidamento del servizio eccede le competenze regionali, finendo per incidere sulla competenza esclusiva statale in materia di funzioni fondamentali di Comuni, Province e città metropolitane. Il Consiglio dei Ministri ha sollevato il dubbio di Costituzionalità, ma in attesa della decisione della corte costituzionale i sindaci dovranno comunque indire le gare per la privatizzazione.

Cologno Monzese, con la Delibera del Consiglio Comunale di luglio depositata al consiglio regionale lombardo, si è fatto capofila della raccolta delle delibere di almeno 50 comuni lombardi, necessari per l’indizione del referendum. La campagna non ha connotazioni politiche in senso stretto e mira a coinvolgere tutti i Comuni lombardi nella difesa dell’acqua pubblica. È quindi una campagna etica, per l’interesse di tutti, per la tutela dei beni comuni.

Ecco il testo della delibera
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