(Consiglio comunale del 26/03/07)
Garantire l’assolvimento di un adeguato quadro di riordino contenendo in sé elementi propositivi idonei per la riqualificazione e l’avvio di un processo di ristrutturazione oggi caratterizzato da una commistione tra spazi destinati alla produzione, spazi destinati ad attività ricettive espositive ed usi diversi oltre ad ampi spazi destinati a verde e servizi.
Questo è quanto si legge nella relazione introduttiva al PII Garzanti.
Per quel poco che ho avuto modo di conoscerlo considero l’arch. Oggioni persona intelligente, ragion per cui dubito che sia effettivamente convinto di ciò che ha scritto in quella relazione.
Credo nondimeno che sia persona navigata: gli è stata commissionata la realizzazione di un PII in quella zona e -nell’accettare l’incarico- ha dovuto fare di necessità virtù cercando di mostrarci qualcosa che però si allontana dalla realtà.
Diversamente da quanto accade in altre zone di Cernusco non vi è alcuna commistione di destinazione d’uso: lì le aree sono omogenee e ben definite.
Ad Est di via Mazzini l’area è totalmente industriale e nel futuro prossimo verrà, per scelta di questa Amministrazione, realizzato un edificio ad 8 piani di altezza da destinarsi a struttura terziaria -cioè uffici- e un edificio a 12 piani di altezza da destinarsi a struttura ricettiva, cioè un albergo con 80 camere, proprio a servizio degli insediamenti industriali ivi presenti, confermando così quella scelta a vocazione industriale di quest’area.
Ad Ovest di via Mazzini l’area è totalmente a verde e comprende anche il famoso cannocchiale che si affaccia su Villa Alari.
A Nord la linea 2 della metropolitana traccia la demarcazione netta tra l’area industriale e l’altra area a verde costituita dall’asse del Naviglio e dal Parco dei Germani.
Ed allora, senza tanti giri di parole, diteci che volete trasformare un’area industriale dismessa in residenziale attraverso il solito gioco di prestigio con cui, tramite il ruolo privilegiato del PII (l’unico strumento di variante al Piano Regolatore permesso dalla L.R. 12/2005 fino all’approvazione del Piano di Gestione del Territorio), vi prendete la libertà di cambiare il PRG esistente, di cambiare i destini delle aree, di moltiplicare a piacimento le volumetrie.
Non è certo una novità, se non che viene fatta a tempo scaduto.
È uno spettacolo che il nostro Sindaco e le sue mutevoli nonchè capricciose maggioranze hanno già messo in scena altre volte con gli imprenditori privati locali ed oggi, pensando di purificarsi l’anima e sistemarsi la coscienza, hanno deciso, in chiave puramente elettorale, di replicare con la storica cooperativa di Cernusco che era stata tenuta per molto tempo in castigo ad espiare chissà quali colpe del passato.
E così per giustificare, agli occhi dei cittadini, l’avvio di questo nuovo piano edificatorio vengono inventati termini come “riqualificazione dell’area” o “emergenza casa” stando bene attenti a non dire mai che per i prossimi anni sono già state approvate tante di quelle lottizzazioni da rendere disponibili sul mercato immobiliare di Cernusco oltre 2200 nuovi appartamenti di cui 600 in edilizia convenzionata e 130 in edilizia sovvenzionata in affitto.
Una politica urbanistica dissennata attraverso la quale avete regalato volumetrie aggiuntive ai costruttori a colpi di PII e bruciato in 5 anni quello che il PRG prevedeva fosse attuato, per insediamenti abitativi, in almeno 10 anni.
Oggi Cernusco ha bisogno di ben altro: ha bisogno di servizi adeguati e nuove possibilità di sviluppo produttivo!
La nostra posizione sul destino dell’area Garzanti è nota da tempo: siamo contrari al piano edificatorio che prevede la realizzazione su quell’area di un edificio semicircolare ad uso residenziale, commerciale e terziario e di due torri ad uso residenziale: una costituita da 17 piani oltre il piano terreno e l’altra da 11 piani oltre il piano terreno: il tutto per complessivi 63390 mc.
La rilevanza dell’impatto che l’intervento ipotizzato avrà sulla città, sulla viabilità e sulla zona industriale è sotto gli occhi di tutti e non può sfuggire anche ai consiglieri di maggioranza.
Non mi si venga a dire che a questo impatto ambientale si intende porre rimedio attraverso la realizzazione di una semirotonda tra via Alfieri e via Mazzini, di percorsi pedonali di connessione con le aree pubbliche, di una piazza pubblica interna al comparto, di un parcheggio, nonché della strada in trincea di collegamento tra via Mazzini e viale Assunta.
Questi interventi avrebbero la stessa funzione delle perline colorate e degli specchietti che gli esploratori donavano ai nativi delle terre da colonizzare in cambio delle loro vere ricchezze.
In tutto ciò non vedo alcun progetto di sviluppo della città.
L’essere contrario a questo piano non significa però non avere a cuore il destino dell’area ex-Garzanti.
Se mai dovessimo amministrare questa città, sia chiaro, che non abbiamo alcuna intenzione di lasciare incancrenire, come è avvenuto invece per l’ex-albergo Melghera, un contesto che richiede, al contrario, risposte chiare e percorribili in tempi brevi.
Lo abbiamo già detto in più occasioni nel recente passato e lo ribadiamo oggi: siamo favorevoli ad un recupero dell’area ex-Garzanti attraverso investimenti in grado di portare attività lavorative qualificate e capaci di integrarsi con le importanti aziende che già si trovano in quella zona.
Quello che vi chiedo è: perché mai non dobbiamo ipotizzare lo sviluppo di un polo tecnologico avanzato capace di creare nuove opportunità occupazionali per Cernusco e per i suoi giovani?
Sarebbe l’impegno di un’amministrazione lungimirante quello di favorire il radicamento di settori ad alta tecnologia e basso impatto ambientale, nel quadro di una nuova pianificazione partecipata e condivisa del territorio che segni il ritorno della politica quale mezzo per l’assolvimento dei bisogni e per la tutela dell’interesse pubblico.
Paradossalmente, ma nemmeno tanto, siamo di fronte ad una sfida che può trasformarsi in un’opportunità: quella di dimostrare che il contenuto del titolo della legge regionale 12/2005 che recita“ Per il governo del territorio” non è una vuota espressione rituale ma una reale pratica di governo, un percorso che non ammette scorciatoie o blitz preelettorali.
Ma a quanto pare non c’è alcuna volontà nel tentare di percorrere questa strada.
Per questa maggioranza una soluzione diversa dall’edilizia residenziale sembra tabù.
Ed allora, vedete, sono più propenso a credere che il motivo vero di questa vostra scelta sia una sorta di santa alleanza nel nome del mattone messa in piedi dal commissario di Forza Italia, Gianstefano Frigerio, con l’intento di sanare le spaccature dovute agli interessi contrapposti del suo gruppo e delle forze politiche che hanno deciso di sostenere Cassamagnaghi, di racimolare qualche voto e qualche appoggio economico in più.
In questa logica appare poi lampante come la presentazione del PII Garzanti, a pochi giorni dalla scadenza del mandato, sia stata fatta anche per gettarlo nella mischia elettorale con l’intento di far dimenticare il passato fallimentare di questa Amministrazione - società partecipate gestite in allegria, cambi di maggioranza, giravolte di assessori, scuole promesse e mai fatte, sperpero di denaro pubblico in opere di immagine e così via - e trasformare le elezioni amministrative di Maggio in una sorta di referendum popolare tra chi è favorevole alla edilizia convenzionata e chi no.
In cauda venenum, recita un proverbio di origine medievale; ebbene, il veleno nella coda di questo mandato amministrativo sa di calcestruzzo, mattoni e affari.
Fate pure, ma vi rammento che le polveri che pensate di avere in mano per i giochi pirotecnici di primavera sono bagnate.
È paradossale sentire in questo ultimo periodo il Professore di Forza Italia pontificare da grande urbanista e farsi paladino dell’edilizia convenzionata.
Sappia che abbiamo la memoria lunga e dunque non dimentichiamo che in questo Consiglio Comunale il suo partito ha approvato tutti i piani di lottizzazione presentati di volta in volta dalle varie Giunte Cassamagnaghi, nei quali venivano autorizzati consistenti aumenti volumetrici all’edilizia privata.
E dunque stia pur certo che non staremo in silenzio.
In tutta questa vicenda, se devo essere sincero, quello che più mi spiace è vedere come la Cooperativa Constantes sia stata trascinata in questo gioco.
Certo posso comprendere come deve essere stato difficile per la Cooperativa resistere a una simile tentazione specie quando si intravede, attraverso tale operazione, il dovuto rientro economico da un intervento fatto nel passato.
Ma per mandare in porto l’operazione il Sindaco Cassamagnaghi vorrebbe, guarda caso proprio in campagna elettorale, vincolare il gruppo dirigente della Cooperativa ad allinearsi politicamente al suo schieramento.
Beh credo sia un conto un po’ troppo salato anche per un PII.
Una scelta di correttezza e trasparenza nei riguardi dei cittadini, se ciò rientrasse nelle priorità di questa Amministrazione, consisterebbe nel sottoporre agli elettori da parte delle varie forze politiche i propri programmi per la gestione del territorio quale bene comune.
Ogni coalizione abbia il coraggio di presentare la propria visione della città futura ed all’interno del progetto complessivo troveranno posto e senso anche le diverse proposte per il recupero dell’area dismessa, nessuna delle quali sia lasciata quale pesante eredità di partenza dalla Giunta attuale alla prossima.
Vede, signor Sindaco, noi non temiamo il confronto elettorale perchè siamo convinti che i cernuschesi non compongano un parco buoi, incapace di valutare nel complesso la validità di una proposta politico-amministrativa ed a cui debbano essere fatti digerire interventi sporadici fra loro disarticolati.
Noi crediamo invece che la nostra comunità sappia ben distinguere le diverse concezioni dell’interesse pubblico e scegliere di conseguenza da chi, e come, vorrà essere governata nei prossimi 5 anni.
1 commento:
Ma per quando si attiverà il progetto??? Andrea Mariani
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